UN REGOLAMENTO CHE COINVOLGE I CITTADINI SUI BENI COMUNI, IN CONTINUITA’ CON LE NOSTRE TRADIZIONI CIVICHE
Intervista di Riccardo Colombo all’Assessore Morigi
Quali sono le finalità del regolamento dei beni comuni e per quale motivo il Comune ha deciso di approvare questo regolamento?
Il Regolamento per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani è uno strumento che intende colmare un vuoto normativo presente tra la Costituzione, che enuncia il principio di sussidiarietà orizzontale, e le sue prassi attuative. L'art. 118 ultimo Comma della nostra Costituzione richiama infatti Stato, Regioni, Provincie, Città metropolitane e Comuni a favorire l'autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.
Il Regolamento nasce dunque dalla consapevolezza della necessità di tradurre il principio di sussidiarietà orizzontale in disposizioni amministrative.
Costruire un quadro normativo, che non abbia quindi le caratteristiche della sporadicità ma quelle della sistematicità, e che consenta ai cittadini di collaborare con le istituzioni per la cura e la gestione dei luoghi della città, di beni comuni e del patrimonio pubblico, è la finalità principale.
Il Regolamento per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani è stato redatto dal Comune di Bologna, in collaborazione con docenti universitari, gruppi di cittadini e associazioni, sotto la direzione scientifica di Labsus. Si tratta di un “regolamento tipo” che, dal 2014 ad oggi è già stato adottato, apportando alcuni adattamenti in relazione alle realtà locali, da circa 50 Comuni italiani (tra cui, per citarne solo alcuni, Bari, Torino, Trento, Siena, Ferrara. Modena) e molti altri hanno avviato l'iter amministrativo di adozione.
Per il Comune di Ravenna adottare il Regolamento significa dotarsi di un inquadramento normativo che ufficializza un percorso di coinvolgimento dei cittadini che nella nostra città ha radici robuste e antiche. Nella storia amministrativa del Comune di Ravenna infatti sono presenti numerose esperienze di azione diretta dei cittadini, riconducibili alla forte tradizione civica della nostra comunità. Tali esperienze trovano peraltro fondamento e riconoscimento nello stesso statuto comunale, dove sono previste e disciplinate forme di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini alla vita della comunità e di condivisione di valori posti alla base della Costituzione. Inoltre dal 2012 l'amministrazione ha strutturato una delega alla Partecipazione che riconosce nei cittadini competenze e conoscenze che, se valorizzate, possono contribuire in modo determinante a costruire e ricostruire comunità che stanno per nascere o che sono in difficoltà.
Quali sono i principale progetti in cantiere?
Ci sono già in città alcune realtà formali e informali che stanno impegnando tempo, risorse ed energie nella cura dei beni comuni urbani. Partiremo proprio da queste esperienze di cittadinanza attiva per sperimentare i primi patti di collaborazione.
In modo particolare mi riferisco al gruppo L'Amata Brancaleone, nato in occasione del percorso di partecipazione sulla Rocca Brancaleone attivato dal servizio Turismo del Comune, con lo scopo di prendersi cura del Parco in senso civico, sociale, ambientale e culturale.
Una proposta per un possibile patto di collaborazione ci è venuta anche dalla Cooperativa Sociale Persone in movimento, in collaborazione con Laboriosamente e Legambiente, per la cura e la valorizzazione del Parco di Via Capo D'Istria da parte di persone richiedenti asilo politico, rifugiati e vittime di tratta.
Il regolamento dei beni comuni può contribuire a risolvere alcune criticità come manutenzione del verde, integrazione dei migranti, disagio sociale?
Per poter sottoscrivere un patto di collaborazione, il progetto presentato e che si intende realizzare, deve avere alcune caratteristiche specifiche: le azioni devono essere incentrate sulla cura e la rigenerazione dei beni comuni. I progetti che riguardano la cura dei parchi frequentati dai propri figli e dai nipoti, il dialogo e l'interazione con i migranti sono certamente gli ambiti di maggiore interesse e anche di maggiore fattibilità di realizzazione. Tuttavia il Regolamento non deve essere interpretato come uno strumento per far fare ai cittadini quello che l'amministrazione non riesce a fare quanto piuttosto uno stimolo per portare ad un cambio di cultura nei rapporti tra cittadino e amministrazione che devono essere sempre più orientati ad una collaborazione chiara e trasparente.
Cosa deve fare un gruppo di cittadini per utilizzare il regolamento?
In considerazione del carattere fortemente innovativo del regolamento, si prevede che esso venga sottoposto ad un periodo di sperimentazione della durata di due anni, così da valutare eventuali adeguamenti e opportune modifiche che si dovessero rendere necessarie.
Stiamo lavorando alla costruzione di un percorso di conoscenza del Regolamento, che prevede anche incontri partecipativi, che darà la possibilità a singoli cittadini, associazioni e gruppi formali e informali, di organizzare idee e progettualità che rientrino nelle finalità del Regolamento da proporre all'amministrazione. I progetti di cura e/o rigenerazione proposti saranno poi oggetto di un patto di collaborazione tra amministrazione e cittadini attivi per definire gli ambiti degli interventi, gli obiettivi, le modalità di azione, il ruolo, gli impegni e le responsabilità dei soggetti coinvolti.
BENI COMUNI E IMMIGRAZIONE
Quali sono le finalità del regolamento dei beni comuni e per quale motivo il Comune ha deciso di approvare questo regolamento?
Il Regolamento per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani è uno strumento che intende colmare un vuoto normativo presente tra la Costituzione, che enuncia il principio di sussidiarietà orizzontale, e le sue prassi attuative. L'art. 118 ultimo Comma della nostra Costituzione richiama infatti Stato, Regioni, Provincie, Città metropolitane e Comuni a favorire l'autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.
Il Regolamento nasce dunque dalla consapevolezza della necessità di tradurre il principio di sussidiarietà orizzontale in disposizioni amministrative.
Costruire un quadro normativo, che non abbia quindi le caratteristiche della sporadicità ma quelle della sistematicità, e che consenta ai cittadini di collaborare con le istituzioni per la cura e la gestione dei luoghi della città, di beni comuni e del patrimonio pubblico, è la finalità principale.
Il Regolamento per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani è stato redatto dal Comune di Bologna, in collaborazione con docenti universitari, gruppi di cittadini e associazioni, sotto la direzione scientifica di Labsus. Si tratta di un “regolamento tipo” che, dal 2014 ad oggi è già stato adottato, apportando alcuni adattamenti in relazione alle realtà locali, da circa 50 Comuni italiani (tra cui, per citarne solo alcuni, Bari, Torino, Trento, Siena, Ferrara. Modena) e molti altri hanno avviato l'iter amministrativo di adozione.
Per il Comune di Ravenna adottare il Regolamento significa dotarsi di un inquadramento normativo che ufficializza un percorso di coinvolgimento dei cittadini che nella nostra città ha radici robuste e antiche. Nella storia amministrativa del Comune di Ravenna infatti sono presenti numerose esperienze di azione diretta dei cittadini, riconducibili alla forte tradizione civica della nostra comunità. Tali esperienze trovano peraltro fondamento e riconoscimento nello stesso statuto comunale, dove sono previste e disciplinate forme di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini alla vita della comunità e di condivisione di valori posti alla base della Costituzione. Inoltre dal 2012 l'amministrazione ha strutturato una delega alla Partecipazione che riconosce nei cittadini competenze e conoscenze che, se valorizzate, possono contribuire in modo determinante a costruire e ricostruire comunità che stanno per nascere o che sono in difficoltà.
Quali sono i principale progetti in cantiere?
Ci sono già in città alcune realtà formali e informali che stanno impegnando tempo, risorse ed energie nella cura dei beni comuni urbani. Partiremo proprio da queste esperienze di cittadinanza attiva per sperimentare i primi patti di collaborazione.
In modo particolare mi riferisco al gruppo L'Amata Brancaleone, nato in occasione del percorso di partecipazione sulla Rocca Brancaleone attivato dal servizio Turismo del Comune, con lo scopo di prendersi cura del Parco in senso civico, sociale, ambientale e culturale.
Una proposta per un possibile patto di collaborazione ci è venuta anche dalla Cooperativa Sociale Persone in movimento, in collaborazione con Laboriosamente e Legambiente, per la cura e la valorizzazione del Parco di Via Capo D'Istria da parte di persone richiedenti asilo politico, rifugiati e vittime di tratta.
Il regolamento dei beni comuni può contribuire a risolvere alcune criticità come manutenzione del verde, integrazione dei migranti, disagio sociale?
Per poter sottoscrivere un patto di collaborazione, il progetto presentato e che si intende realizzare, deve avere alcune caratteristiche specifiche: le azioni devono essere incentrate sulla cura e la rigenerazione dei beni comuni. I progetti che riguardano la cura dei parchi frequentati dai propri figli e dai nipoti, il dialogo e l'interazione con i migranti sono certamente gli ambiti di maggiore interesse e anche di maggiore fattibilità di realizzazione. Tuttavia il Regolamento non deve essere interpretato come uno strumento per far fare ai cittadini quello che l'amministrazione non riesce a fare quanto piuttosto uno stimolo per portare ad un cambio di cultura nei rapporti tra cittadino e amministrazione che devono essere sempre più orientati ad una collaborazione chiara e trasparente.
Cosa deve fare un gruppo di cittadini per utilizzare il regolamento?
In considerazione del carattere fortemente innovativo del regolamento, si prevede che esso venga sottoposto ad un periodo di sperimentazione della durata di due anni, così da valutare eventuali adeguamenti e opportune modifiche che si dovessero rendere necessarie.
Stiamo lavorando alla costruzione di un percorso di conoscenza del Regolamento, che prevede anche incontri partecipativi, che darà la possibilità a singoli cittadini, associazioni e gruppi formali e informali, di organizzare idee e progettualità che rientrino nelle finalità del Regolamento da proporre all'amministrazione. I progetti di cura e/o rigenerazione proposti saranno poi oggetto di un patto di collaborazione tra amministrazione e cittadini attivi per definire gli ambiti degli interventi, gli obiettivi, le modalità di azione, il ruolo, gli impegni e le responsabilità dei soggetti coinvolti.
BENI COMUNI E IMMIGRAZIONE
Presto attivo il protocollo regionale
Elisabetta Gualmini: presto li vedremo pulire le aiuole, rifare il recinto della scuola, curare l'orto. “Impegnare i migranti in attività di volontariato” dice la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini. "E' importante per loro, ma è anche un segno di rispetto per le comunità di accoglienza".
"La richiesta è venuta dai Comuni, dal basso. Mentre aspettano i documenti i migranti non possono lavorare, posto che un lavoro ci sia, quindi sono inattivi e passivi. Dobbiamo contrastare questo fenomeno, ma anche preoccuparci delle famiglie che se li vedono recapitare sul proprio territorio".
"Il protocollo è molto semplice, sono nove articoli. Prevede l'impiego dei richiedenti asilo in attività facoltative, presso associazioni, enti pubblici e cooperative, l'importante è che abbiano una utilità sociale. Uniforma le esperienze presenti sul territorio, sotto l'egida della Prefettura: dice come si devono comportare le parti, l'ente ospitante e il volontario, parla di monitoraggio e fissa un anno di tempo per capire se queste azioni hanno avuto effetto. Poi regola le questioni formali, come l'assicurazione, che pagheranno i Comuni con il contributo della Regione
Abbiamo seguito l’esempio della Toscana: siamo secondi in Italia.
Elisabetta Gualmini: presto li vedremo pulire le aiuole, rifare il recinto della scuola, curare l'orto. “Impegnare i migranti in attività di volontariato” dice la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini. "E' importante per loro, ma è anche un segno di rispetto per le comunità di accoglienza".
"La richiesta è venuta dai Comuni, dal basso. Mentre aspettano i documenti i migranti non possono lavorare, posto che un lavoro ci sia, quindi sono inattivi e passivi. Dobbiamo contrastare questo fenomeno, ma anche preoccuparci delle famiglie che se li vedono recapitare sul proprio territorio".
"Il protocollo è molto semplice, sono nove articoli. Prevede l'impiego dei richiedenti asilo in attività facoltative, presso associazioni, enti pubblici e cooperative, l'importante è che abbiano una utilità sociale. Uniforma le esperienze presenti sul territorio, sotto l'egida della Prefettura: dice come si devono comportare le parti, l'ente ospitante e il volontario, parla di monitoraggio e fissa un anno di tempo per capire se queste azioni hanno avuto effetto. Poi regola le questioni formali, come l'assicurazione, che pagheranno i Comuni con il contributo della Regione
Abbiamo seguito l’esempio della Toscana: siamo secondi in Italia.
DOMENICA 27 SETTEMBRE: PARTE IL PROGETTO "L’AMATA BRANCALEONE"
di Riccardo Colombo
Domenica 27 settembre 2015 è un giorno importante per la Rocca Brancaleone e per Ravenna. Innanzitutto,
si svolge una Festa Medievale dalle 10.00 sino a notte fonda. Ci sono attrazioni ed eventi per tutti i gusti ed età. Per tutta la giornata i partecipanti potranno visitare il Mercato dei mestieri medievali, così da conoscere meglio costumi ed usi del Medioevo; potranno inoltre assistere a duelli di armati ravennati, a dimostrazioni di tiro dell’arco, nelle quali potranno anche cimentarsi, e subiranno incursioni di giullari, mangiafuoco e saltimbanchi. Al pomeriggio si entra nel clou della giornata. Per chi ama la storia può partecipare ad una visita guidata lungo le testimonianze veneziane a Ravenna con arrivo alla Rocca Brancaleone e farsi spiegare il ruolo della Rocca Brancaleone nel sistema difensivo veneziano. Per i bambini, ed anche per gli adulti giocherelloni, ci sono una caccia al tesoro e un torneo di Kubb, un gioco medievale dei vichinghi. Per chi, come il sottoscritto, ama le buone letture è possibile ascoltare alcune poesie, dal vivo e ovviamente di autori medievali. E dopo le 20.00 di sera ci sarà musica medievale e celtica per chi ama fare le ore piccole, sperando di non disturbare i vicini ! Insomma partecipate numerosi perché il 27 settembre sarà una giornata intensa, ricca di divertimenti ed attrazioni.
Ma il 27 settembre è una data importante anche per un altro motivo. La Rocca Brancaleone è un parco pubblico con un grande passato ma che rischia l’abbandono e l’emarginazione. Con il supporto della Cooperativa Villaggio Globale, e di Andrea Caccìa in particolare, un gruppo di cittadini e di associazioni, con la denominazione L’Amata Brancaleone, (marchio inventato e disegnato dal Liceo Artistico di Ravenna), ha rifiutato il declino della Rocca e ha deciso, con molto coraggio o con troppa sventatezza, di far tornare la Rocca a luogo di incontro privilegiato dei ravennati. La Festa Medievale è un modo per sperimentarsi, per capire se si è in grado di lavorare insieme con successo.
Dall’accoglienza che avrà questa festa prenderà slancio un progetto per il 2016, sulla base del quale stipulare un patto di collaborazione con il Comune entro la fine del 2015. Galvanizza la possibilità di essere protagonisti. Preoccupano la determinazione e le energie necessarie per realizzare un programma intenso di iniziative e di eventi.
Ci riusciremo ? Saremo capaci noi cittadini a gestire un bene comune ?
Noi pensiamo di sì perché siamo convinti che siamo noi cittadini che dobbiamo salvare i luoghi in cui viviamo. Partecipate numerosi alla Festa e, se siete interessati, vi aspettiamo alle 12.00, sempre il 27 settembre: L’Amata Brancaleone si presenta. Abbiamo bisogno di idee di energie !
Articoli tratti da "Democratici in Circolo"
di Riccardo Colombo
Domenica 27 settembre 2015 è un giorno importante per la Rocca Brancaleone e per Ravenna. Innanzitutto,
si svolge una Festa Medievale dalle 10.00 sino a notte fonda. Ci sono attrazioni ed eventi per tutti i gusti ed età. Per tutta la giornata i partecipanti potranno visitare il Mercato dei mestieri medievali, così da conoscere meglio costumi ed usi del Medioevo; potranno inoltre assistere a duelli di armati ravennati, a dimostrazioni di tiro dell’arco, nelle quali potranno anche cimentarsi, e subiranno incursioni di giullari, mangiafuoco e saltimbanchi. Al pomeriggio si entra nel clou della giornata. Per chi ama la storia può partecipare ad una visita guidata lungo le testimonianze veneziane a Ravenna con arrivo alla Rocca Brancaleone e farsi spiegare il ruolo della Rocca Brancaleone nel sistema difensivo veneziano. Per i bambini, ed anche per gli adulti giocherelloni, ci sono una caccia al tesoro e un torneo di Kubb, un gioco medievale dei vichinghi. Per chi, come il sottoscritto, ama le buone letture è possibile ascoltare alcune poesie, dal vivo e ovviamente di autori medievali. E dopo le 20.00 di sera ci sarà musica medievale e celtica per chi ama fare le ore piccole, sperando di non disturbare i vicini ! Insomma partecipate numerosi perché il 27 settembre sarà una giornata intensa, ricca di divertimenti ed attrazioni.
Ma il 27 settembre è una data importante anche per un altro motivo. La Rocca Brancaleone è un parco pubblico con un grande passato ma che rischia l’abbandono e l’emarginazione. Con il supporto della Cooperativa Villaggio Globale, e di Andrea Caccìa in particolare, un gruppo di cittadini e di associazioni, con la denominazione L’Amata Brancaleone, (marchio inventato e disegnato dal Liceo Artistico di Ravenna), ha rifiutato il declino della Rocca e ha deciso, con molto coraggio o con troppa sventatezza, di far tornare la Rocca a luogo di incontro privilegiato dei ravennati. La Festa Medievale è un modo per sperimentarsi, per capire se si è in grado di lavorare insieme con successo.
Dall’accoglienza che avrà questa festa prenderà slancio un progetto per il 2016, sulla base del quale stipulare un patto di collaborazione con il Comune entro la fine del 2015. Galvanizza la possibilità di essere protagonisti. Preoccupano la determinazione e le energie necessarie per realizzare un programma intenso di iniziative e di eventi.
Ci riusciremo ? Saremo capaci noi cittadini a gestire un bene comune ?
Noi pensiamo di sì perché siamo convinti che siamo noi cittadini che dobbiamo salvare i luoghi in cui viviamo. Partecipate numerosi alla Festa e, se siete interessati, vi aspettiamo alle 12.00, sempre il 27 settembre: L’Amata Brancaleone si presenta. Abbiamo bisogno di idee di energie !
Articoli tratti da "Democratici in Circolo"
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