Il dibattito sulla ristrutturazione del Mercato Coperto, lo storico mercato alimentare della città, si intreccia con le valutazioni presentate sui percorsi del Centro Storico. Volutamente non si è aggiunto nulla, note o commento, alla trascrizione della discussione riportata in facebook per non alterarne l’immediatezza. Si è invece riportata, integrandola nella trascrizione per rendere la lettura più agevole, una analoga discussione, sui medesimi argomenti, che era stata attivata sempre tramite facebook in un gruppo parallelo, formato principalmente da tecnici di altre città.
Siamo quindi di fronte ad una sorta di brainstorming da cui possono trarsi spunti interessanti per il proseguimento della discussione o per l’assunzione di orientamenti di indirizzo o progetto. Tenendo conto che, per sua natura, lo strumento che è alla base di questa indagine, il gruppo di facebook, non mette mai la parola fine alle proprie elaborazioni, ma dà luogo ad approfondimenti che si possono arricchire nel tempo, con completamenti ma anche cambiamenti di rotta, sorprendenti.
La discussione sul mercato coperto ha preso il via da una foto pubblicata.
Angela Barlotti mi ricordo l'odore ... e le voci, i colori, la vita della città lì dentro.
Emanuela Morini E' vero! Hai ragione, un vero mercato, parole, urla schiamazzi, venditori che parlavano forte, le signore che tiravano sul prezzo. E i pescivendoli...ve li ricordate. Tutto il pesce esposto in quantità sui banchi bagnati, che i venditori ogni tanto pulivano e ribagnavano ??? Vita e colore, vedere questa foto viene da pensare ad una persona defunta, un cimitero...tempi che non ritorneranno mai più! Che tristezza!!!!
Andrea Guiduzzi L'unico mercato coperto gestito dalla Coop in Italia? Che meraviglia.....se guardassero anche in altri posti, vedi Cattolica, dove il mercato coperto è stato restaurato a nuovo e ci sono sempre i vecchi esercenti dentro......e gestito dal comune, naturalmente.....
Germana Giaché Ricordate 45 anni fa all'entrata c'era la vecchietta che vendeva i dolci, cono gelato di zucchero, blu, bianco e rosa, non mi piaceva ma era una tradizione finita la spesa se ero stata brava era il m premio, in tutti questi anni tutte le volte che entravo il mio sguardo andava automaticamente a sinistra, naturalmente la vecchietta non c'era più, ma il ricordo è sempre vivo.
5.1.1. La vicenda del Mercato Coperto vista da una angolazione non ravennate
Massimo Trebbi …il mercato coperto, storico e amato punto di riferimento dei ravennati per la loro spesa alimentare, di qualità. Si va verso la chiusura dopo una sofferta lunga fase di transizione durante la quale alcuni dei commercianti esistenti si sono trasferiti, spesso in strade limitrofe e con buon successo, altri hanno resistito in uno spazio sempre più svuotato e meno frequentato. Da gennaio dovrebbero iniziare i lavori di ristrutturazione e riorganizzazione, vinti da una cordata guidata da Coop Adriatica …
Il progetto rivede la filosofia del mercato in chiave moderna: alcuni negozi specializzati, un punto vendita coop specializzato, ristorante, bar e quant'altro; apertura lunga. …
C'è un opinione, diffusa all'interno del gruppo, che lega la chiusura del mercato alla vicenda di piazza Kennedy e all'importanza eccessiva attribuita dall'amministrazione comunale ai supermercati. La si ritiene scelta politica di parte, che penalizza la città svuotandola di negozi tradizionali e dando spazio al degrado sociale. Degrado che anche qui, in alcune aree, avanza. Il tutto intrecciato con le problematiche dell'immigrazione e della crisi economica: una miscela piuttosto corposa.
Italo Boccafogli Accade ovunque. Anche a Bologna che il bel Mercato di Mezzo tra via Clavature e via Pescherie Vecchie sia chiuso da tempo. E anche qui interverrà la COOP: che inserirà spazi per botteghe di qualità. Che dire? Se ne è andato un mercato tradizionale ed arriva un luogo fico e la prima domanda da porsi è perché mai sia scomparso il frequentatissimo mercato di un tempo. …
Quello che accade ai Mercati di centro città è triste evento: se ne vanno. Non servono più, evidentemente. La cosa strana è che Coop in questi spazi proporrà punti vendita dedicati a prodotti alimentari di qualità superiore a quella che normalmente puoi trovare in negozi e super-ipermercati, e dunque, in forme differenti, in questi spazi, tranne che per i prezzi, accadrà la stessa cosa che accadeva prima.
La mia supermamma, più o meno una volta a settimana, prendeva il tram e andava in centro. Tornava con la sporta piena: era stata al Mercato delle Erbe (via Ugo Bassi) e al Mercato di Mezzo. Diceva che verdura e frutta così, qui attorno (zona Funivia) non la si trovava, e là costava anche un bel po’ in meno. Diceva che quella mortadella da noi non c’era; e il tonno, le acciughe salate speciali, i capperi, il Parmigiano? E cos’era lo stracchino? E a minor prezzo.
Adesso troveremo invece prodotti Slow o similari, confezionati, graficizzati, comunicati. Buonissimi. E però più cari. Sarà soltanto più allargata l’area di provenienza e la particolarità del prodotto: un tempo un ottima salumeria del mercato poteva avere un esotico speck, ora potresti trovare anche il prosciutto di Sauris. Mentre i privilegi dei mercati di allora erano “popolari” (varietà come da nessun’altra parte e merce impeccabile ai migliori prezzi) ora si propongono come luogo di privilegi ricercati, accuratamente selezionati: forse c’è la merce migliore, ma il prezzo non è “popolare”. E intanto, per controtendenza, la situazione economica del paese ci farebbe ritenere serio il ritorno ai mercati di un tempo. Non so chi faccia strategie in Coop, ma la scelta dei tempi non pare la migliore.
Roberto Camiz il corollario della legge secondo cui il popolare di oggi diventa il lusso di domani. Eventualmente in nuovo package...
Massimo Trebbi Chiude il mercato coperto, ma le zone limitrofe si stanno rivitalizzando, anche grazie a operatori del mercato che, anticipando i tempi, si trasferiscono nelle strade attigue. La Bottega di Felice continua a vendere ottimi salumi e formaggi, ma diventa anche macelleria e, sopratutto, un'osteria molto frequentata. A mio parere il simbolo di ciò che può diventare questo quartiere.
I vecchi mercati cittadini, sinonimo di qualità e prezzo come ci ha ben descritto Italo, chiudono, perchè? E si possono solo sostituire con surrogati, anche se ben studiati, vedi coop? Credo che sicuramente sulla prima questione abbia influito la forte crescita dei valori immobiliari, e delle rendite, degli ultimi decenni. Attività a bassa marginalità, come quelle relative ai mercati alimentari, per di più gestite da aggregazioni di piccoli operatori, probabilmente non sono state in grado di garantire le rendite che altre categorie commerciali si potevano permettere. Non a caso, credo, le vie più importanti del centro sono ormai dedicate allo shopping alla moda! Questo aspetto si è legato poi alla necessità di far cassa della proprietà pubblica, ove presente, dapprima garantista della categoria dei piccoli operatori, e questo è il risultato.
Però adesso c'è la crisi, e molti negozi sono sfitti: caleranno i valori di locazione? Forse non tutti i mali vengono per nuocere. O meglio, stanno già nascendo risposte, forse timide, ma significative. Pensate ai mercatini a km zero. Da noi si stanno affermando.
Italo Boccafogli Negli anni ho prodotto molto in materia di qualità urbana, anche se non so se ho prodotto bene.
Allego un testo che tanti anni addietro, con la società di allora, dedicammo a Crevalcore, al suo centro storico e al tema delle "corti", importante da sempre nelle nostre città. …
Roberto Camiz Letto: la citazione di Hannah Arendt sullo straniero a Parigi che ci vive come a casa propria mi ha fatto venire in mente Walter Benjami ed i suoi Passagen Werke di Parigi, cioé le gallerie ricavate dalla copertura di passaggi, strade, etc. e che hanno caratterizzato la Parigi dell'ottocento. In Italia la Galleria per eccellenza è quella di Milano e sua imitazione di Napoli.
A Roma abbiamo (i) la Galleria di Piazza Colonna (ora ribattezzata Alberto Sordi) e rivitalizzata da un'operazione i riuso, che ha visto occupare gli spazi dalle griffes più note: vetrine con la paccottiglia di lusso che si vede in ogni aeroporto. Ma lo spazio è vitale e anche se La Feltrinelli ha un po' manomesso lo spazio Umbertino del locale che ha occupato, il risultato è secondo me positivo; e la Galleria Sciarra, in completo abbandono a pochi metri di distanza, splendido esempio di Umbertino già Liberty. SI è in attesa, passata la crisi di idonea speculazione che sia in grado di rivitalizzare il luogo, peraltro a due passi da Fontana di Trevi.
Italo Boccafogli Crevalcore, ora in serie difficoltà, è un piccolo ma pregiato centro. Il vecchio testo che ho allegato presenta però un approccio, forse un metodo, che mi sembrano validi anche per ambienti urbani più complessi.
Roberto Camiz La domanda era: ma le corti di Crevalcore sono anch'esse dei Passagen?
Con idonea copertura, fissa o mobile che sia? Vedere i suq arabi, rigorosamente a copertura fissa, o in mancanza di meglio protetti da tendoni: luoghi di massima accoglienza e socializzazione. …
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