sabato 9 novembre 2013

RIQUALIFICAZIONE E ARREDO PIAZZA ANTICHE CARCERI

In questi giorni si stanno ultimando i lavori di ripavimentazione della piazzetta delle antiche carceri. 
E la città discute sulla qualità dell'intervento, divisa come sempre fra estimatori e detrattori. 
Ma questo progetto ha radici profonde, ecco quindi qualche informazione che può aiutare a capirlo meglio e a discutere in modo più documentato. A partire dal concorso bandito nel 2005.


martedì 9 luglio 2013

PARLIAMO DI BICI, nel gruppo "Salvaiciclisti Ravenna"


Il gruppo SALVAICICLISTI RAVENNA   è un gruppo aperto che si presenta così: "salvaiciclisti è un movimento popolare e spontaneo indipendente da partiti e associazioni che chiede alla politica interventi mirati per aumentare la sicurezza dei ciclisti sulle strade italiane. Per maggiori informazioni http://www.salvaiciclisti.it/. Su questo gruppo verranno pubblicate tutte le iniziative e gli eventi relativi alla bicicletta a Ravenna."Si riporta una conversazione  tratta dal gruppo "Salvaiciclisti Ravenna" che contiene interessanti spunti di riflessione.


Grazia Beggio Risultano sul serio 90 km di piste ciclabili in Ravenna? o sono conteggiati i marciapiedi da condividere pericolosamente con i pedoni per poi interrompersi nel nulla?


L’Italia dei motori si dà alle due ruote (a pedali).  L’auto crolla, la bici fa il “boom”


www.ilfattoquotidiano.it 
L’Italia dei motori si dà alle due ruote (a pedali). L’auto crolla, la bici fa il “boom”
Per il secondo anno consecutivo la vendita di biciclette nel nostro Paese ha superato quella delle automobili. Colpa soltanto della crisi o c'è un nuovo modo di intendere la mobilità soprattutto urbana? Il caso di Ravenna: una bici per ogni abitante e 90 chilometri di piste ciclabili
In Italia per il secondo anno consecutivo sono state vendute più biciclette che automobili: più di 1 milione e 600mila bici contro 1 milione e 400mila auto, secondo i dati forniti dal ministero dei Trasporti. Un fatto clamoroso, soprattutto perché è la conferma di un trend positivo. Non succedeva da mezzo secolo. Sono cinquant’anni che nel Paese europeo che detiene il record europeo per “densità automobilistica” snobba il mezzo a due ruote e, a cominciare dal boom economico degli Anni ’60, la motorizzazione italiana non mai subito rallentamenti.
Oggi abbiamo 61 macchine ogni cento abitanti, più della ricca Germania che si ferma a 57 e quasi il doppio della Polonia, ultima in classifica con 35. Naturalmente in parte (o in gran parte) è l’effetto della crisi generale che ha fatto drasticamente calare la vendita di automobili. Un disastro per il settore confermato anche dai dati di maggio: solo 136.000 circa immatricolazioni contro le 148.000 dello stesso periodo del 2012, con un calo circa dell’8 per cento, che si aggiunge alle perdite percentuali dei mesi scorsi. Calano le auto, crescono le bici: il sorpasso è avvenuto. Oggi contro le 61 auto si calcola che nelle famiglie italiane ci siano 44 bici: siamo ancora lontani dalla virtuosa, e piatta, Danimarca che denuncia 38 auto contro 98 biciclette. Noi abbiamo Alpi ed Appennini e migliaia di chilometri di salite, che certo non favoriscono la diffusione della bici, ma nelle città, nei trasferimenti casa lavoro e casa scuola, gli italiani che usano il mezzo a due ruote sono sempre di più. Lo rivela l’Osservatorio Audimob dell’”Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti” che ha calcolato un aumento del 400% negli ultimi dieci anni, fino al 2010. 
Si è cominciato a lasciare a casa la macchina per ovviare agli inconvenienti del traffico delle ore di punta e negli ultimi tre anni si è aggiunta la crisi e l’esigenza del risparmio. Una scelta non così difficile quella di lasciare l’auto in garage se pensiamo che gli spostamenti urbani nella maggior parte sono di pochi o pochissimi chilometri soprattutto per quanto riguarda scolari e studenti: quasi il 90% delle famiglie italiane abita a distanze perfettamente percorribili a piedi, o in bici, in un tempo ragionevole da asili e scuole, ma l’abitudine di portare e andare a riprendere i bambini a scuola in macchina è fortemente radicata e muove più di dieci milioni di persone al giorno. Con le conseguenze che conosciamo negli orari di punta nelle città. Se il totale dei ciclisti abituali supera oggi i 7 milioni (e quelli occasionali hanno passato gli 11 milioni) i dati di Legambiente rivelano che si pedala di più al Nordest (nel 2012 sono state vendute oltre 535 mila biciclette tra i quasi 12 milioni di abitanti), meno al Nordovest (con 425 mila bici per  oltre 16 milioni di abitanti), ancora meno al Centro e da ultimo al Sud, ma l’aumento dei ciclisti non ha confini regionali: è comune a tutto il Paese. 

Storicamente la città più “ciclistizzata” è, Ravenna dove si stima che ogni abitante, neonati compresi, abbia la propria bici e dove da anni esiste un collaudato servizio di bike sharing. Città dove andare in bicicletta è un fatto del tutto normale come ad Amsterdam, sono Reggio Emilia, Parma, Ferrara, Padova dove almeno il 30-40% dei cittadini usa la due ruote per gli spostamenti quotidiani. Anche nelle stagioni fredde e anche in caso di maltempo (per ripararsi dalla pioggia in fondo basta uno spolverino), tanto che ci vogliono ordinanze comunali che vietano l’uso della bici in caso di neve. 
Un altro dato interessante è quello dei consumi. Città come Parma e Ferrara superano la media nazionale del possesso di auto, Ravenna addirittura arriva a 66 auto per cento abitanti ma hanno medie di consumo di carburante tra le più basse del Paese. Come dire che non è obbligatorio non comprare l’auto, ma lasciarla in garage quando di può, fa bene. Al portafoglio e anche alla salute. Anche se con la maggior diffusione delle bici aumenta anche il numero di incidenti e sempre ad avere la peggio nel traffico urbano sono i ciclisti. E non tutte le città italiane possono contare sui 90 chilometri di piste ciclabili protette che vanta Ravenna. Un loro incremento inevitabilmente dovrà essere preso nella dovuta considerazione da tutti i sindaci davanti a questa rivoluzione epocale a due ruote.
Alberto Vignuzzi se hai dei dubbi potresti cominciare a misurarle  
Mauro Bertolotto Qualcuno sa dove è disponibile una cartina aggiornata con le piste esistenti (così si verificano le condivisioni) e quelle programmate nei prossimi anni?
Alberto Vignuzzi et voilà http://fiabravenna.jimdo.com/rete-ciclabile/rete-ciclabile-ravenna/ 

Mauro Bertolotto Ottimo grazie! Sto cominciando giusto ora a cercare di capire la struttura e questo mi pare un ottimo inizio.
Alberto Vignuzzi se navighi nel sito indicato trovi anche molto altro
Mauro Bertolotto Grazie ancora...
Roberto Babini Esistono ma gli amministratori commettono il solito "errore". Chiamarle piste ciclabili anche se non portano a nulla. Per conto mio dovremmo iniziare a ragionare per "percorsi". La somma dei moncherini ciclabili non è una rete ciclabile. !
Massimo Trebbi Condivido l'idea dei percorsi da ripensare in modo organico. Credo che ciò valga anche per il centro storico, anche se qui più che canalizzare il traffico delle bici forse si pone più un problema di orientarlo e facilitarlo
Roberto Babini Hai mai fatto caso che, in genere, quando in ambito urbano investono su un percorso ciclabile, in genere conduce al camposanto oppure all'ospedale. Che vogliano dirci qcosa ?
Massimo Trebbi Spero che sia solo un tentativo di aiutare chi frequenta con più continuità questi luoghi, cioè gli anziani... 

Sullo stesso stesso argomento, ecco altri spunti che emergono dalla discussione, sempre un po' più "pepata", nel gruppo RAVENNA CENTRO STORICO:


Carlo Gavanelli Ravenna citata come buon esempio a livello nazionale: 1 bici per abitante (neonati compresi) e 90km di piste ciclabili protette. Fico!

Fabio Miserocchi poi arrivano gli immigrati e le rubano 
Beatrice Minghini Dici 90 Km. di piste ciclabili a Ravenna ? guarda non ci credo neanche se me le elenchi tutte con le misurazioni !!! Io sono di Classe periferia e non ce l'ho !!! Le nuove circonvallazioni non le ha nessuna (es. Viale Europa, Viale Alberti, la strada che dal Villaggio del Fanciullo arriva sotto il cavalcavia di Via Maggiore ... per citartene alcune) e oltretutto Carlo Gavanelli hai provato ad andare al mare in biciclette per Via Trieste ????????? Fico ???? io direi "Sfico" !!!! 
Carlo Gavanelli Beatrice Minghini guarda che le nuove circonvallazioni ce l'hanno la pista ciclabile (vedi zona Comet, e anche Viale Alberti!).
A Classe c'è quella che parte da classe e arriva a ponte nuovo (direi che nelle strade interne di Classe non ce n'è tanto bisogno, si gira tranquillamente).
Certo, si può sempre migliorare, ma a me sembra che siamo messi abbastanza bene (ed evidentemente in rapporto al resto dell'Italia lo siamo)!
Ecco la mappa delle piste!
http://www.turismo.ravenna.it/upload/mappe/mappaciclocomune.pdf 
Alessandro Branca avremmo anche 90 Km di percorsi per bici, ma anche il ponte ciclabile sul Bevano chiuso per incendio da oltre un anno (collega il parco 1 maggio e Lido di Classe) e la ciclabile per Marina che...
Beatrice Minghini Forse ti sbagli Carlo Gavanelli la pista ciclabile di Viale Alberti si interrompe quando iniziano i portici - comodo no !!! - e tutta la circonvallazione Nord non ce l'ha (ripeto quella dal Villaggio Anic che arriva al sottopasso della Faentina) e io a Classe non abito in una strada interna ma sulla Romea Sud ... e fare le piste ciclabili senza protezione e
poi lasciarle andare a malore ...non è tanto da esaltarci !!! ma se tu voi rimanere della tua idea ... 
Gianluca Missiroli ieri sera alle 20.15 giretto in bici in centro non ho sentito una sola persona parlare romagnolo cappannelli di tutte le razze in tutti gli angoli e le piazze.. premetto che non ho nulla contro quelli che vivono e lasciano vivere! 
Beppe Pilotti e tutte le biciclette rubate !!! 
Milena Manini E' un bluff... non hanno ben presente la pista ciclabile di via Faentina-via Maggiore! che pista ciclabile è? 
Silvia Savorelli fichissimo!!!! 
Marina Margò nel canale mulinetto verso il mare ce né parecchia di ciclabile 
Simonetta Scotti si' Marina Margò, pero' arriva solo a punta marina. e basterebbe una bretella di ciclabile di 700 m per collegare anche lido adriano ma.... non se ne parla proprio!!! :(

giovedì 20 giugno 2013

QUALCOSA SULLA BICI

Foto Guido Guerrieri e non ci sono problemi di parcheggio....

Andrea Tagliati Bella ma vera purtroppoMarina Margò la si fa benissimo anche a piedi..è tutto concentrato
Marco Turchetti bella e vera, per fortuna! Daniela Alice Solaini Da romana, posso sostenere che come cartello è applicabile persino nella mia città natale. Se si considera che una città come Ravenna è percorribile agevolmente e in tempi eccellenti persino a piedi, la concorrenza tra auto e bici non dovrebbe essere nemmeno argomento da discutere. Riuscire a invertire la cultura della mobilità è compito di tutti.Daniela Alice Solaini http://www.tuttogreen.it/bikenomics-perche-la-bicicletta-fa-bene-anche-all%E2%80%99economia-locale/Marina Margò grazie Daniela Alice Solaini è proprio così condivido la notizia :) io ho sempre usato , quando abitavo a Punta Marina, quelle che il comune metteva a disposizione per Ravenna

Bikenomics: quando la bicicletta fa bene anche all’economia

È quasi impensabile per gli italiani rendere la bicicletta il mezzo di trasporto più diffuso, un po’ per la fretta quotidiana, un po’ per pigrizia, un po’ per praticità. Tuttavia impegnarsi ardentemente nella causa della bicicletta è una realtà che si potrebbe concretizzare con l’impegno e con un’attenzione particolare ai vantaggi che da essa derivano: vantaggi per l’ambiente, ma anche per l’economia, locale soprattutto.
In città, sostituire ad esempio molti parcheggi per auto con quelli per bici, realizzare piste ciclabili laddove l’auto è regina non solo renderebbe più vivibile il centro abitativo ma aiuterebbe chiunque a stare più in sintonia con l’ambiente circostante senza dover sopportare eccessivamente il traffico: la salute delle famiglie, così come l’umore di ogni singolo cittadino, accoglierebbero positivamente tale cambiamento in modo da impiegare meno soldi nella cura della salute. L’ambiente stesso risulta essere l’indicatore naturale di quanto sia vantaggioso investire nella bicicletta.
FOCUS: bici in Metro Roma e Milano: posso portare la bicicletta in metropolitana?
Ma la bicicletta non offre “solo” vantaggi per quanto riguarda la salute o per la riduzione dell’inquinamento, ma si dimostra essere un canale efficace in termini di contributo all’economia, specie l’economia locale, al punto che in America è stato coniato il termine Bikenomics, da fusione delle parole bike, bicicletta ed economics.
Questo per due ragioni principali: in primo luogo usare più la bici significa risparmiare e aumentare il reddito disponibile per i consumi locali. In secondo luogo, muoversi in bici nel proprio quartiere / città e non usare la macchina per fare acquisti magari a decine di chilometri di distanza, ci costringe a scoprire meglio e privilegiare l’offerta più vicino alla nostra residenza.
 
Last, but not least, l’indotto, anche solo turistico, delle due ruote: si pensi che in uno stato medio-grosso degli USA, il Wisconsin, uno studio (di cui trovate il link al pdf) parla di una bike economy, di un impatto economico, turistico in primis, della bicicletta, che da solo vale 1,5 miliardi su base annua per lo Stato.
Insomma, bicicletta vuole dire più soldi che restano nella comunità: partendo dalle realtà più immediate come il fatto che l’utilizzo della bicicletta per recarsi al lavoro migliora chi la utilizza di conseguenza il datore di lavoro vedrà più profitti o che lasciando l’auto in garage, e girando la città pedalando, i negozi della città risulterebbero essere un’attrattiva maggiore. La comunità, inoltre, vedrebbe destinarsi più soldi dato che i cittadini non si impegnerebbero più grosse somme per la benzina, le assicurazioni e per l’acquisto dell’auto.


Per far sì che questo avvenga è dunque necessario mettere a disposizione i giusti strumenti: il Comune di Milano, ad esempio, propone Bike Mi, cioè un servizio di bike-sharing semplice, comodo e valido ecologicamente parlando. Si tratta di offrire un mezzo di trasporto vero e proprio da alternare a quelli tradizionali come tram e metropolitane, è pratico specialmente perché le postazioni Bike Mi sono collocate nelle zone più strategiche di Milano. Per al massimo due ore è possibile effettuare brevi spostamenti che in pratica permettono ad esempio di partire dalla stazione Cadorna e raggiungere l’università restituendo il mezzo alla postazione più vicina.
Tuttavia, nonostante questi modelli positivi, è fondamentale mantenere costante l’impegno di dar sempre più opportunità agli utilizzatori della bicicletta sia per non farli allontanare da questa realtà sia per far avvicinare ad essa altri consumatori. Dunque il territorio deve essere predisposto a tale scopo attraverso piste ciclabili, segnaletica opportuna,

parcheggi sicuri.. insomma l’obiettivo è promuovere la bicicletta in ogni modo possibile anche per ciò che riguarda il cosiddetto cicloturismo, un fenomeno che si sta affermando sempre più a cui bisogna affiancare strumenti come l’intermodalità, cioè la possibilità di trasportare le due ruote anche sui treni, traghetti, metro, ma anche strutture in grado di ospitare chi con la bici si muove, esemplare l’esperienza dei Bed & Bike tedeschi imitati dagli Albergamici italiani con successo.

A dimostrazione che l’Italia vuole seguire l’esempio di altri Paesi europei, come Germania e Austria – dove una regione come il Tirolo ha confezionato attorno alla bicicletta la propria offerta turistica per quest’anno - non sono solo le iniziative a fiorire ma anche i risultati.
FOTO: un’autostrada per biciclette presto in arrivo in Germania
 


Come quelli ottenuti dalla realizzazione di quattro ciclabili realizzate a favore del cicloturismo dalla provincia di Trento – nella Valsugana, nella Val di Sole, nella Valle dell’Adige, nel Garda Trentino-, le quali hanno apportato una ricaduta economica nel 2009 di ben ottantasei milioni di euro così come rivela una ricerca condotta nel 2010 dall’Osservatorio Provinciale per il Turismo della provincia autonoma di Trento, indagine che è stata presentata proprio lo scorso 16 aprile a Verona durante il convegno Bicicletta e Turismo sostenuta dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta.
Come spiega il Presidente Paolo Fabbri, essa è stata organizzata con lo scopo di illustrare questi vantaggi economici, le iniziative di successo come quelle legate alla provincia di Trento appunto, ma anche quelle relative all’intermodalità, importante esempio il trasposto gratuito della bicicletta sui treni della Liguria per i prossimi quattro anni, e per dare spazio anche ad altri progetti, come quelli inerenti all’editoria dove vengono realizzate apposite cartine dei percorsi cicloturistici.
La bicicletta, dunque, può rappresentare una rivoluzione sia nella realtà del turismo sia per le città. Il percorso è ancora lungo per poter decretare il successo già ottenuto in altri Paesi europei, ma i segnali che sono emersi rappresentano le basi per far sì che la bicicletta possa entrare effettivamente nella familiarità di ogni giorno per migliorare la nostra vita a livello personale e non solo: essa è un vantaggio per le amministrazioni locali che intendono incentivare l’uso della bicicletta perché investire sulla mobilità ciclistica significherebbe un risparmio per le casse pubbliche, proprio come è dimostrato da quei Comuni che fanno delle due ruote un’importante leva economica potendo così di conseguenza migliorare le altre realtà sociali dei propri cittadini.

La prima autostrada per biciclette. 60 km da pedalare nel cuore della Germania


autostrada-biciclette-germania-aNasce in Germania la prima autostrada per biciclette, Radler B-1, che collegherà le città di Dortmund e Duisburg nella regione della Ruhr. La struttura lunga 60 km sorgerà su un percorso parallelo a quello dell’attuale autostrada per automobili A40, e sarà realizzata entro il 2021: consentirà di ridurre notevolmente la grande quantità di traffico che vi si concentra quotidianamente, che costringe gli autoveicoli a procedere molto lentamente per la congestione che vi si genera, tanto da essere stata soprannominata “Autostrada delle lumache”.

AAA IL PROGETTO IN GERMANIAProprio come un’autostrada, la grande pista ciclabile si svilupperà lungo un percorso di circa 60 km, con doppia carreggiata separata per sensi di marcia, contenuta in una larghezza di 5 metri, ed essendo progettata per favorire al massimo la percorribilità da parte dei ciclisti, sarà realizzata interamente in pianura, con superficie asfaltata, senza curve strette o pendenze e senza incroci, con una buona illuminazione che ne consentirà la fruibilità anche durante le ore serali e notturne.

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L’alta densità delle persone che risiedono nella zona ha favorito la decisione di realizzare tale struttura: già numerosi Tedeschi si spostano ordinariamente in bicicletta, per evitare le lunghe code generate dal traffico automobilistico, e sicuramente il numero sarà incrementato a seguito dell’ultimazione del progetto: lo assicura Jens Hapke, dirigente dell’azienda che gestisce i trasporti urbani e regionali, la Regionalverband Ruhr.

Inoltre l’autostrada delle bici favorirà una notevole riduzione delle emissioni di CO2 nell’aria, assicurando un nuovo assetto di viabilità e sostenibilità all’intero tratto autostradale.

Inoltre l’autostrada delle bici favorirà una notevole riduzione delle emissioni di CO2 nell’aria, assicurando un nuovo assetto di viabilità e sostenibilità all’intero tratto autostradale.
“Se vogliamo convincere molti automobilisti a passare alle due ruote, dobbiamo offrire collegamenti con alte prestazioni” – afferma l’esperto di mobilità Dortmund Winfried Sagolla - "Ci si aspetta fino a due milioni di utenti potenziali grazie anche alla crescente sensibilità dei Tedeschi alla bicicletta e l’aumento considerevole di biciclette elettriche che aiutano i ciclisti con la pedalata assistita permettendo loro di compiere anche lunghi tragitti in sella".

autostrada-biciclette-germania-c


La Germania, tra i Paesi europei più sensibili all’ambiente ed alla mobilità sostenibile
, si sta muovendo concretamente per realizzare questo progetto, appassionando tutta la lobby delle due ruote, tedesca ed internazionale, generando così ammirazione ed invidia da parte di molti Paesi del mondo.


AAA COSA ACCADE IN ITALIA?La situazione, nel nostro Paese, non è certamente “verde” come in Germania; tuttavia, recenti indagini e report dell'Osservatorio Linear del Gruppo Unipol hanno rilevato che sul territorio nazionale sarebbero presenti ciclisti per un totale di circa 25 milioni di persone. Con l’aumento del numero di biciclette, è necessario ovviamente l’adeguamento delle infrastrutture atte ad ospitarle, a garantirne la sicurezza e l’incolumità.
La prima bici-strada italiana sorgerà in luogo del collegamento della vecchia via ferroviaria tra Bologna e Verona: il primo tratto, tra San Giovanni in Persiceto e Crevalcore è già stata finanziato, però i lavori tardano ad essere avviati; l’accordo prevede la presa in comodato d’uso gratuito dell’area dismessa della Rete Ferrovie Italiane da parte delle Province.

AAA Approfondimento: La ciclovia dell'acquedotto in Puglia
AAA Approfondimento: La ciclovia dell'acquedotto in Puglia
Passo dopo passo, pedalata dopo pedalata
, riusciremo a raggiungere una maggiore sostenibilità e vivibilità, per l’uomo e per l’ambiente? Non possiamo dire quanto ci impiegheremo e che risultati saremo in grado di ottenere: l’importante, per il momento, è mettersi in cammino!  


Franca Talenti 
Tedeschi a Ravenna...
Tedeschi a Ravenna...
Marina Margò UAùùùù Vè Mò
Nicola Grandi Strum truppen!
Adriano Venturi Dai cosi si possono rubare tutte assieme
Italo Boccafogli Mia ezzere ottafa ta testra e defe aspetare zette altri: porca facca!
Anna Bordin Bissi gli italiani avrebbero creato un'istallazione artistica ... i tedeschi sono troppo lineari!
Franca Talenti Italo Boccafogli la tua bicicletten ezzere foraten
Angela Triossi :-)))
Italo Boccafogli Mi dispiace di essere andato ben oltre la decenza essendo la mia bici "foraten".
Italo Boccafogli Ho cancellaten perchè mi fercognafo di mia orripile pestemmia tetesca!
Franca Talenti 20 biciclette parcheggiate in 5 mq.
Anna Maria Casmiro Spero le abbiano chiuse bene! 
Franca Talenti Tutte perfettamente bloccate da un unico cavo d'acciaio! 
Franco Sansovini prendo appunti


venerdì 7 giugno 2013

DARSENA, PROSEGUE IL DIBATTITO

In pochi giorni vengono presentate 3 diverse proposte di riorganizzazione della darsena di città. Oltre al Poc Darsena, una proposta dell'Associazione " Naviga in Darsena" e un progetto di riassetto urbanistico curato dall'ing. Antolini in collaborazione con la società Alpina. Di seguito se ne riportano le notizie, per lo più tratte dalla stampa.
Tante le suggestioni: torri panoramiche, teatro galleggiante, visione della darsena da viale Farini grazie allo spostamento della stazione ferroviaria, nave ristorante e tunnel ferroviario sotto il Candiano... I Ravennati osservano e commentano per lo più con scetticismo. In un momento in cui si fatica a trovare i soldi per realizzare le cose più semplici, come qualche bagno decoroso in centro, o anche più complesse ma necessarie, come un parcheggio pluripiano, questo elenco di proposte così importanti a molti sembra un libro dei sogni.

Certamente i cittadini ravennati non vedrebbero favorevolmente la canalizzazione delle poche risorse disponibili nei prossimi anni su un unico progetto, seppur importante e atteso. Cosa diversa e ben più gradita sarebbe la mobilitazione di risorse di investitori interessati, pubblici o privati che siano. Sembra evidente che l'analisi degli aspetti finanziari è prioritaria e pregiudiziale rispetto a qualunque altra valutazione sulla validità dei progetti.
Comunque è sempre bene essere ottimisti, e il fatto che diversi soggetti si mostrino interessati e si stiano impegnando per formulare proposte è molto positivo.

Intanto, per iniziare, hanno stanno togliendo le grate che separano le banchine dalla pista ciclabile...

Ravenna 24 ore

Ravenna, la nuova Darsena prende vita

Rimosse le grate che separano la banchina dalla pista ciclabile


da "Ravenna 24 ore" del 21 maggio 2013


La nuova Darsena prende vita ed inizia ad avvicinarsi alla città. Sono state tolte infatti nei giorni scorsi le grate che separano la banchina dalla pista ciclabile. “Si tratta di un progetto urbanistico dell’Autorità Portuale finalizzato alla realizzazione di una nuova balaustra – spiega il vicesindaco con delega al Porto Giannantonio Mingozzi. L’idea è quella di creare una struttura di sicurezza in previsione degli eventi che saranno ospitati nel quartiere, oggetto di riqualificazione” .
Resta ancora un punto interrogativo sulla questione dei gradini di cemento e la loro eventuale demolizione. Secondo alcuni infatti, tra cui il Movimento 5 Stelle, con la loro scomparsa verrebbe a mancare una caratteristica importante del quartiere, in grado di garantire la visuale allo specchio d'acqua che verrebbe altrimenti impedita.
Di questo ed altro si parlerà questa sera alle 20, all'Almagià, l'amministrazione comunale presenterà la bozza del Poc Darsena di città, in via Almagià 2. L’incontro pubblico si inserisce all'interno del percorso di partecipazione da parte di cittadini e associazioni nell’ambito del progetto “La Darsena che vorrei”, nato proprio per consentire ai cittadini interessati di compartecipare con le loro proposte.






Ravenna & Dintorni

Due torri panoramiche e parchi
in una darsena che si finanzia da sé?

Presentato finalmente il Poc con il piano di sostenibilità economica


di Federica Angelini

Per dare l’idea della ponderosità e complessità del documento, basti sapere che sono previste diversi riunioni solo con la commissione consiliare per approfondirne i vari aspetti. Del resto, l’assessore Libero Asioli ha fatto risalire l’ideale data di nascita addirittura al 1989, con l’idea di Marmarica. Il documento in questione è ovviamente il Poc Darsena, il Piano operativo comunale che dovrebbe essere approvato entro l’estate e che ora è realtà. È consultabile da giovedì 23 maggio ed è stato presentato alla cittadinanza in un incontro pubblico all’Almagià martedì 21.
Tra le novità che vengono forse chiarite per la prima volta in modo inequivocabile c’è l’idea di sostenibilità economica del progetto. In altre parole, tutti, o gran parte, dei fondi che serviranno a fare le grandi opere comuni (si parla di decine di milioni di euro, forse un’ottantina) dovranno venire da contributi, oneri, valorizzazioni di patrimoni pubblici del quartiere stesso. Costruire in Darsena dunque costerà di più, ma non sarà un quartieri per ricchi perché ci saranno anche progetti Erp e altre sperimentazioni come il cohousing, fortemente incentivate, e soprattutto perché il quartiere sarà “smart”, in grado di offrire l’avanguardia sotto tutti i profili dell’abitabilità.
Il piano ha di fatto accolto e tramutato in norme le linee di indirizzo che erano state esposte la scorsa estate e che, a loro volta, raccoglievano alcune indicazioni frutto del lavoro del percorso di partecipazione “La Darsena che vorrei” e alcune suggestioni collegate alla candidatura di Ravenna 2019.
Il quartiere, grande come il centro storico, si snoda da ovest a est lungo oltre tre chilometri del Candiano, dalla testata (dove ci sarà una piazza, un punto logistico, un parcheggio interrato) fino al ponte mobile. Da sud a nord è invece compreso tra via Montecatini (che cambierà corso) e via Trieste, che sarà però alleggerita dal traffico dalla nuova via di Spina che attraverserà parallelamente il quartiere (passando peraltro attraverso l’ex Sir). E a proposito di strade, tra le novità del quartiere rispetto al resto della città ci sarà il limite dei 30 km orari, non ci saranno parcheggi a raso, sarà privilegiata la mobilità pedonale e ciclabile.
In generale, l’attenzione alla sostenibilità ambientale riguarderà le premialità per chi costruisce in modo poco impattante, per gli edifici che saranno autosufficienti sotto il profilo energetico, per tetti e pareti verdi, per l’idrotermia (sfruttando il canale).
Tre le aree in cui sarà suddiviso il quartiere con altrettante vocazioni. La prima, quella in testa al canale, dedicata al turismo e al commercio dovrà avere al piano terra servizi pubblici o negozi. La seconda, il cuore, sarà più vocata alla cultura con spazi dedicati ad attività anche giovanili e creativi (si parla di un hub culturale).
La terza, la più vicina al ponte mobile, è quella a vocazione più mista dove potranno restare anche attività produttive, purché compatibili con la residenza. Residenza che dovrà essere suddivisa in percentuali di 30-50-30 percento rispetto alle tre suddivisioni.
Gli edifici dovranno concentrarsi sul waterfront, ma lasciare ampie vedute per non coprire il contatto tra il parco che, in destra canale, correrà parallelo al Candiano e dovrà connettersi alla banchina stessa. Il verde dovrà essere un colore dominante grazie a tre sistemi di parchi integrati e connessi tra loro.
Il parco delle arti a destra, che si estenderà come una fascia lunga e stretta per tutto il quartiere. Più raccolto quello in sinistra, che sarà il parco delle archeologie industriali. E poi un sistema di verde sportivo che potrebbe nascere attorno al Tiro a segno. Anche questa struttura peraltro inserita nelle archeologie da salvare, e proprio per i progetti che vanno in questa direzione e privilegiano l’uso pubblico degli spazi sono previste premialità in termini di edificabilità e oneri secondari.
Tra le novità anche due torri panoramiche come “porte del mare”, ossia due grattacieli con uffici e residenziale, da non confondere con quelle previste da Boeri in testa canale (del tutto scomparse). Le nuovi torri dovrebbero sorgere circa a metà del quartiere e affacciarsi dalle due banchine sul canale stesso. Del resto, per lasciare spazio al verde, la nuova darsena dovrà svilupparsi in generale verso l’alto con un limite massimo di 40 metri sul waterfront (e di 22 all’interno). Canale ovviamente da bonificare, così come i terreni su cui si andrà a costruire o ricostruire, anche queste voci che dovrebbero essere coperte con gli oneri pagati dai privati costruttori il cui interesse a investire nell’area è, in questo momento come mai prima, essenziale a dare il la al rilancio.
23 - 05 - 2013

Parole Parole Parole ... Bellissima canzone speriamo nei fatti ...
Andrea Tagliati

Nuova Darsena, dal "teatro galleggiante" alla nave ristorante
Le idee per la riqualificazione

30 Maggio 2013 | Cronaca | Ravenna |
Nuove idee per la Darsena di città. Nel pomeriggio di ieri nella sala convegni della Micoperi si è tenuto un incontro voluto dall’associazione “Naviga in Darsena”, nata per la promozione e la salvaguardia della darsena di città. Il tema dell'incontro era “La Darsena che vogliamo”; hanno introdotto il presidente dell’associazione Paolo Monduzzi e l’esperto di logistica Bernd Beck, che si sono soffermati in particolare sulle condizioni ritenute necessarie per realizzare alcuni interventi da loro studiati in questi ultimi due anni. Le proposte? Si va dal teatro su piattaforma galleggiante al museo del mare, dalla rivisitazione dell’attuale sottopasso della stazione al ristorante in acqua, al riutilizzo delle gru per fini turistici e scientifici, alla nave ristorante, alla valorizzazione del monumento al Marinaio d’Italia dello scultore Giannantonio Bucci da collocare in testa alla darsena.
Sono state inoltre proposte idee per il riuso di capannoni portuali dove realizzare iniziative musicali e gastronomiche per i giovani, l’arrivo di uno yacht service, spazi da dedicare ad asilo-scuola materna in darsena e infine alcune idee per incrementare la mobilità sostenibile. Numerosi gli interventi che sono seguiti, di membri dell’associazione e ospiti: Giovanni Ceccarelli, Aldo Palmisano, Marcello Landi, Giovanni Poggiali, Franco Benini, Simona Scacco, Edoardo Godoli, il consigliere comunale Maurizio Bucci e Valerio Gamba, amministratore delegato di Ducati Energia.
Prima delle conclusioni di Silvio Bartolotti, presidente di Micoperi, che ha illustrato il progetto di risanamento presentato all’Autorità Portuale per le acque del Candiano e che ha chiesto a tutti i presenti idee concrete e stimoli costruttivi, è intervenuto il vicesindaco Giannantonio Mingozzi che ha ringraziato per l’invito: “La volontà dei proprietari privati – ha detto Mingozzi - e la spinta dei vostri progetti per nulla avveniristici sono fattori insostituibili per la nuova darsena di città, senza i quali tutto rischia di rimanere al palo; vi invito però ad esaminare il Poc tematico della darsena perché contiene novità interessanti sia sugli incentivi che sull’organizzazione degli spazi. Si tratta a mio avviso di una base di lavoro alla quale possiamo dedicare un nuovo incontro con i nostri tecnici per esaminare la fattibilità delle vostre idee, che costituiscono un contributo essenziale e moderno”.
PAROLE PAROLE PAROLE...BELLISSIMA CANZONE SPERIAMO NEI FATTI...
Nuova Darsena, dal "teatro galleggiante" alla nave ristorante
Le idee per la riqualificazione

30 Maggio 2013 |  Cronaca | Ravenna |
 Nuove idee per la Darsena di città. Nel pomeriggio di ieri nella sala convegni della Micoperi si è tenuto un incontro voluto dall’associazione “Naviga in Darsena”, nata per la promozione e la salvaguardia della darsena di città. Il tema dell'incontro era “La Darsena che vogliamo”; hanno introdotto il presidente dell’associazione Paolo Monduzzi e l’esperto di logistica Bernd Beck, che si sono soffermati in particolare sulle condizioni ritenute necessarie per realizzare alcuni interventi da loro studiati in questi ultimi due anni. Le proposte? Si va dal teatro su piattaforma galleggiante al museo del mare, dalla rivisitazione dell’attuale sottopasso della stazione al ristorante in acqua, al riutilizzo delle gru per fini turistici e scientifici, alla nave ristorante, alla valorizzazione del monumento al Marinaio d’Italia dello scultore Giannantonio Bucci da collocare in testa alla darsena.
 

Sono state inoltre proposte idee per il riuso di capannoni portuali dove realizzare iniziative musicali e gastronomiche per i giovani, l’arrivo di uno yacht service, spazi da dedicare ad asilo-scuola materna in darsena e infine alcune idee per incrementare la mobilità sostenibile. Numerosi gli interventi che sono seguiti, di membri dell’associazione e ospiti: Giovanni Ceccarelli, Aldo Palmisano, Marcello Landi, Giovanni Poggiali, Franco Benini, Simona Scacco, Edoardo Godoli, il consigliere comunale Maurizio Bucci e Valerio Gamba, amministratore delegato di Ducati Energia.
Prima delle conclusioni di Silvio Bartolotti, presidente di Micoperi, che ha illustrato il progetto di risanamento presentato all’Autorità Portuale per le acque del Candiano e che ha chiesto a tutti i presenti idee concrete e stimoli costruttivi, è intervenuto il vicesindaco Giannantonio Mingozzi che ha ringraziato per l’invito: “La volontà dei proprietari privati – ha detto Mingozzi - e la spinta dei vostri progetti per nulla avveniristici sono fattori insostituibili per la nuova darsena di città, senza i quali tutto rischia di rimanere al palo; vi invito però ad esaminare il Poc tematico della darsena perché contiene novità interessanti sia sugli incentivi che sull’organizzazione degli spazi. Si tratta a mio avviso di una base di lavoro alla quale possiamo dedicare un nuovo incontro con i nostri tecnici per esaminare la fattibilità delle vostre idee, che costituiscono un contributo essenziale e moderno”.


Filippo Donati Campa cavallo 
Stefano Bon ...mah... 
Emanuela Casadio mah il ponte mobile nuovo costato ai cittadini milioni di euro è in realtà immobile. tutto la sapevano benissimo autorità portuale, cmc, etc, ma hanno fatto credere ai cittadini l'opposto: gratuità e mobilità sul candiano... ai posteri l'ardua sentenza.
Susy Morganti è una vita che sento parlarne chi sà ... 
Valerio Cimatti mi risultava che non fosse stato pagato il ponte mobile e l'inpresa a chiuso si sa più nulla del fatto ? 
Filippo Donati Non voglio mancare di non ringraziare, per il non invito a partecipare, l'Associazione Navigare in Darsena. Mi raccomando tenete sempre le porte chiuse a chiave, siamo o no a Ravenna ?!
Emanuela Casadio il ponte mobile nuovo quello costrutito dalla cmc e pagato dalla autorità portuale intendevo questo. costato a noi cittadini,in quanto l'autorità portuale è un ente pubblico, milioni di euro. SIlm ponte mobile (vecchio) ha chiuso per forza, gli operai dopo avere gestito per un due anni la struttura vecchia, grazie all'affitto di azienda stipulato con la proprietà del vecchio ponte, sono rimasti senza lavoro. Negli accordi era prevista,una voltasostituito il pnte, una assunzione da parte di cmc (notizie die giornali),ma all'ultimo nè cmc ne autorità portuale nè comune ha assunto le 15 persone . In questo modo hanno perso tutti il lavoro.
Alessandro Verlicchi Ok tutte belle idee ma i quattrini chi li sgancia?
Gianluca Missiroli abbiamo già avuto una bella prova di gestione il "Marinara" possiamo fidarci a occhi chiusi di certi progetti!
Silvio Piraccini E' per prendere tutti per i fondelli, compreso il comunistone e la piadonna capi, in realtà faranno dei grossi palazzoni e li riempiranno di degrado........ aspettare per credere!
Stefano Bon Ha ragione Filippo Donati mai saper nulla in questa città... sempre dopo quando i soliti si son ritrovati nei loro salotti...
Gianbattista Liazza Ma perchè esiste qualche forma di gestione illuminata e compeetente a Ravenna? Non me ne ero accorto.
Alberto Biliotti Il POC darsena, cosi' chiamato, è un progetto da oltre 100 milioni di euro, di cui quasi il 25% è il costo stimato (sottostimato) per la bonifica dell'area (fondale candiano, suolo e sottosuolo aree ex industriali). Nella migliore delle ipotesi, occorrerano almeno cinque anni per arrivare al completamento della bonifica.
Silvio Piraccini Non faranno le bonifiche. Faranno finta di farle!
Silvio Piraccini E il 25% lo intascherà una società composta da PD-PDL-Mafia-Vaticano-Ndrangheta e Sacra Corona Unita.Artebio Erboristeria Silvio, se ci dici, solo, il 25%, stiamo ancora ....tranquilli!!!

Tunnel ferroviario sul Candiano e spostamento della stazione. 

La proposta sarà presentata sabato al Pala de Andrè


Sabato 8 giugno alle ore 9.45 presso la Sala dei Marmi del Pala De Andrè - Viale Europa 1 - Ravenna si terrà un convegno nel quale verrà esposto il progetto  di assetto urbanistico per la città di ravenna, elaborato da Adriano Antolini, nel quale si prevede la trasformazione urbana della città di Ravenna con spostamento dell'asse ferroviario e della stazione ferroviaria all'esterno della città.

Cosa prevede il progetto
"Il progetto di assetto urbanistico di Adriano Antolini per la città di Ravenna - scrivono gli organizzatori (SIAT s.r.l. Studi e Interventi Ambiente e Territorio) - arriva in un momento storico ideale, in quanto risveglia iniziative pubbliche e private che si trovano oggi addormentate nelle anse della burocrazia, le mette insieme e le rende fattibili dal punto di vista economico-finanziario. Niente di più opportuno per questo momento di crisi e stagnazione del lavoro" .
Adriano Antolini, ravennate, ingegnere, ex Direttore generale della CMC, promotore del progetto Marmarica, sabato mattina presenta al Pala De Andrè una soluzione di attraversamento ferroviario del Candiano con un tunnel di circa 0,8 km di lunghezza: affiancato al tunnel stradale che collegherà la SS 67 alla rotonda dove confluisce la Romea Nord e la Diramazione A14.
Libera quindi la Città dalla  tratta ferroviaria esistente da Viale Europa alla punta Nord del Parco di Teodorico, collega il porto nord con il porto sud attraverso il tunnel del Candiano che diviene appunto un tunnel stradale e ferroviario.
Sposta poi la stazione della ferrovia di circa 800 metri verso il Parco di Teodorico e libera completamente la vista fra Piazza Farini  e la darsena del Candiano con un'incredibile valorizzazione del nuovo spazio che diviene la porta al Mare della Città. Rende inutili i costosi e difficili sottopassi della ferrovia in via Molinetto e presso l'attuale stazione, la Stazione Ferroviaria a Ponte e ne elimina i relativi inconvenienti per il traffico durante i lavori e a lavori ultimati, senza risolvere definitivamente i problemi della Città e del Porto
Per essere certo della realizzabilità tecnica del suo progetto, Antolini ha chiamato l'Alpina di Milano, una delle società di ingegneria infrastrutturale più vivaci anche in questo momento di crisi. L'Alpina progettò la diga di Ridracoli, gli acquedotti per la distribuzione dell'acqua potabile alla Riviera Romagnola ed alle Città di Ravenna, Forlì e Rimini; è stata anche azionista di Alpina Acque del gruppo Romagna Acque, Società delle fonti di Forlì.
L'Alpina ha sviluppato, con ampie verifiche, il progetto di attraversamento del Candiano con tunnel stradale , che è stato approvato in linea tecnica dal Comune di Ravenna il 11/03/2013 ed ha condotto le medesime verifiche per l'affiancamento del tunnel ferroviario.
Antolini analizza documenti ufficiali dai quali emerge che il Comune di Ravenna disponendo di € 70 milioni potrebbe mobilitare oltre € 230 milioni di finanziamenti privati previsti nel project financing per l'attraversamento stradale del Candiano e gli altri firmatari del Protocollo di Intesa, Regione Emilia Romagna, RFI, FS Sistemi Urbani ed Autorità Portuale con € 90 milioni, meno di quanto previsto per le opere indicate nel Protocollo firmato il 24/06/2009 potrebbero mobilitare oltre € 390  milioni di lavori da eseguirsi in cinque anni. Gli anzidetti Enti potrebbero inoltre beneficiare di € 98 milioni derivanti dalla vendita delle aree che si rendono libere lungo i 3000 metri dell'asse ferroviario che scompare.
L'Alpina dichiara che € 390 milioni sono sufficienti per le opere previste nel progetto Antolini.
"Svegliare una tale quantità di risorsa finanziaria che esiste nelle carte firmate, ma che non entra in circolo per varie e differenti incertezze, sembra il vero dovere da svolgere in questo momento di crisi e di attesa di candidatura di Ravenna per la capitale della Cultura Europea 2019 per troncare il lento declino di Ravenna che si protrae ormai da 30 anni.
Nessun'altra città concorrente potrà presentare a tal fine un progetto urbanistico più importante e utile in quanto questo risolve gli annosi problemi della città e del porto, per l'ambiente, per il turismo  e per la vita cittadina".
Commenti (13)
ProRavenna: Magari, Cosi servirà presto un secondo ponte sul canale Candiano
Impressionante: le forze del male che si sono accanite a distruggere questa meraviglia creata da ingegneri nella meta delle anni 50 , ci è voluto un ventennio maledetto per distruggere l'obbiettivo di questa opera nata per fare arrivare il mare a Ravenna attraverso un canale navigabile per trasportare merci e persone fino alla stazione Fs ed a Ravenna .
Con la eccessiva cementificazione nefasta con tanto di palazzi residenziali lungo la prima parte del canale iniziata dalle anni 90 si è determinato la necessità di fare comunicare le due sponde con un ponte mobile e purtroppo ha rappresentato la fine della navigabilità di tale parte e una vera propria condanna .
Il colmo dell'ambizione dei politici di voler fare cose viste altrove senza prendere in considerazione i particolari del porto canale e la spinta degli affaristi che non vedono il momento di concludere gli affare dell'edilizia privata (gli squallidi palazzi residenziali ) spingono a cementificare sempre più in profondità lungo il canale. Ciò provocherà entro pochissimi mesi dopo la realizzazione di questo obbrobrio chiamato la " Darsena città " la necessità di costruire un altro ponte di collegamento con la conseguente soppressione di un'altra fetta del canale alla navigazione .
Congratulazioni ai politici e al PD e e agli altri partiti che seguono questa bravata ai danni di un opera cosi mervegliosa. Chiedo all' opposizione (quella vera ) cortesemente di fare un esposto alla corte dei conti su questo progetto dichiarato con grande arroganza da persone non competenti per affrontare al loro dire : "La darsena città o la darsena che vorrei" in quanto è un palese danneggiamento irreversibile del patrimonio pubblico !!.
Non è per caso che abbiamo presentato un Masterplan completo , l'obbiettivo è quello di impedire l'espansione della cementificazione lungo il canale e l' utilizzare purtroppo quello che hanno già definitivamente danneggiato , Il masterplan è consultabile in : www.proravenna.it .
Diversamente vi è anche il rischio che quella parte danneggiata e quella futura diventino un canale maleodorante ed estremamente inquinato per mancanza di movimento dell'acqua che lo riempie, cosa che rappresenterebbe un altro danno alla città.
La soluzione del masterplan consiste nello sfruttare quest'area ( questo irreversibile danneggiamento ) creando opere utili ossia il porto turistico, il parcheggio sotteraneo della città ed attività istituzionali ed commerciali capaci di portare persone e merce al porto .
Il promotore del ProRavenna
A.Attoui email: info@proRavenna.it
web: www.proravenna.it
06/06/2013 - inviato da: A.Attoui
1) Il bello delle stazioni è che sono in centro, anche nelle metropoli... e noi le vogliamo allontanare. Non è mica un aeroporto.
2) Perché non fare arrivare le navi da crociera più vicine al centro? Meno pullman sulle strade e più turisti che si fermano in città, come a Venezia.
3) Meglio svuotare la darsena, farci un parcheggio sotterraneo e un parco in superficie. Avrebbe due funzioni invece della non funzione che ha adesso.
06/06/2013 - inviato da: giovanni
Mi viene in mente una canzone...
"i sogni son desideri...trallalleralalla...."
Buon sOOOOOOOOOgnOOOOOOOO!!!
gluc
06/06/2013 - inviato da: gluc
Non sono d'accordo con questo progetto. La stazione ferroviaria è utile perché arrivi in centro (Bologna, Firenze, Napoli, ...), se viene spostata fuori dalla città per me diventa un suicidio. Già Ravenna è fuori dalle vie di comunicazione e questo sarebbe il colpo definitivo.
06/06/2013 - inviato da: Alessandro
"Il colmo dell'ambizione dei politici di voler fare cose viste altrove...", ad esempio il fallone immaginato nel Masterplan di Attuoi. Ci sarà una maniera di sistemare le cose senza distruggere tutto o fare grattacieli.
06/06/2013 - inviato da: giovanni
E tutto il traffico smaltito da via Darsena? Pensate davvero di dirottarlo sul ponte immobile? Fa piacere rendersi conto che, chi ha stilato il progetto, di urbanistica non capisce un'acca.
06/06/2013 - inviato da: Gino
Quanti soldi che andrebbero inutilmente sprecati.. Ma usateli per qualcosa che serve veramente!!! Come non quotare giovanni, le stazioni devono stare nel centro città.. è la stazione che si è costruita attorno alla stazione non il contrario!!! Vedere la darsena da piazzale farini poi sarà proprio un bel vedere con quei palazzoni attorno..
06/06/2013 - inviato da: Mirko Bacca
Sarei curioso di sapere come verrà realizzata la stazione ferroviaria, visti i treni della tper che entrano a Ravenna... trattandosi di treni "a carbonella" non potrebbero certamente entrare in una stazione sotterranea, per poi pensare che in stazione a Ravenna quando piove si formano delle vere e proprie piscine nel sottopasso ferroviario, per il nuovo sottopasso ferroviario cosa si richiederà con ordinanza la presenza di salvagenti in auto o l'apposizione sul lunotto del tagliando di perfetto nuotatore?
Poi togliereste la stazione da un area facendola diventare verde per metterla in un area che verde lo è adesso... e in conclusione nella foto si vedono gli sdoppiamenti del palazzi che ora si trovano di fronte alla stazione, francamente erano abbastanza insipidi adesso, figuriamoci quando ne vedremo due.
Ultimo appunto, quando si inizierà a scavare quanti minuti passeranno prima che ci sia la sospensiva di lavori per il ritrovamento di reperti bizantini?
Comunque i fruitori dei giardini Spayer ringraziano per lo sdoppiamento dell'area di spaccio, scusate "area verde".
06/06/2013 - inviato da: gigi
 
Antolini, ottimo progetto, speriamo riesca a procedere. Mi piace molto il mantenimento del tratto finale del canale, senza alcuna copertura, e la zona verde che prende il posto della stazione e che crea un corridoio tra via Diaz e il Candiano. Per non parlare dei vantaggi rispetto a traffico e code ai passaggi a livello... 
06/06/2013 - inviato da: Antonio
Buongiorno, nelle modifiche aggiungere parcheggio e collegamento dei treni Ravenna-Faenza
06/06/2013 - inviato da: RD
 
Condivido pienamente PRORAVENNA, è l'ingegnere che ha fatto il progetto di piazza KEnnedy per caso?
06/06/2013 - inviato da: U.C
 
Cari miei la vera sfida non e' quella di spostare la stazione ma quella di far passare treni che in 30 minuti portino a Bologna e in 60 a Venezia - visto che in macchina se ne impiegano esattamente il doppio. Per il resto sogniamo pure a piacimento.....
06/06/2013 - inviato da: E_S_
Ma avete finito di rovinare Ravenna e zone limitrofe? Bisogna investire pittosto su aziende che producano innovazioni sul energia pulita a impatto 0.