martedì 15 gennaio 2013

2 PERCORSI COMMERCIALI NEL CENTRO STORICO

Sicuramente la valenza commerciale è stata ed è tuttora una delle più importanti, se non la più importante, del Centro Storico di Ravenna. La caratterizzazione commerciale si è sempre manifestata in alcune vie della città, quelle in cui si sviluppavano i maggiori flussi di traffico dall’esterno verso il centro. Da un certo punto in poi, quando il flusso veicolare si è dimostrato non più compatibile con la struttura delle principali strade, traffico reso pedonale.
A questo proposito è interessante riportare alcuni passaggi di una analisi su questo argomento compiuta da Mauro Tagiuri.

 …”Mi è sembrato interessante ... interrogarsi sul  perché la via  Cavour sia diventata la Via Cavour,appunto, vale a dire una delle vie dello shopping più importanti della regione,conosciuta in tutta Italia,almeno fra gli addetti ai lavori, con caratteristiche difficilmente riscontrabili nelle  vie commerciali di  città di dimensioni simili a  RAVENNA , una via che si potrebbe assimilare  alle importanti  strade della moda nazionale e per quantità e per qualità dei negozi.

Eppure ci sono stati momenti storici in cui le strade eleganti e ambite dai commercianti  e dai ravennati erano  altre; la via Diaz, la via Cairoli la via C.Ricci, e neppure tanti anni fa. Non che non siano tutt’ora strade di grande “appeal” commerciale , ma ritengo si possa dire che la via Cavour è” un'altra cosa”. Quindi, mi è parsa utile una breve ricognizione storica, dalla quale emerge, come si vedrà, un dato interessante: la vocazione commerciale della via è attestata  da una tradizione di rilevante presenza di botteghe.
Un primo riscontro documentale ci viene fornito dal   catasto urbano avviato dall’amministrazione francese agli inizi dell’ottocento. . A  Ravenna si censirono, in tale circostanza, 261 botteghe (non si distinse fra artigiani,commercianti locande,forni,ecc) delle quali 252 erano ubicate entro le mura. Furono censiti anche 162 immobili descritti  come” case e botteghe”,vale a dire esercizi  commerciali con annesse abitazioni , collocati soprattutto nei sobborghi (129), mentre 33 erano entro le mura. E’ interessante notare, dunque,  come la dotazione commerciale della nostra città all’inizio dell’800 non fosse affatto trascurabile: entro le mura urbane la popolazione si aggirava intorno ai 9600 abitanti a fronte della presenza di 252 botteghe,con un rapporto di circa una bottega ogni 37,1 abitanti , una proporzione questa  che allineava Ravenna a città assai più prestigiose,quale la stessa Roma. Nella  nostra via ,28 botteghe erano presenti  in strada di porta Adriana,come era detta la parte di via Cavour che va dalla Porta a via Salara,mentre 12 erano in strada di San Domenico ,come si chiamava la via, da via Salara alla chiesa di San Domenico ,appunto.
In tutto quindi 40 attività , cui andava aggiunta sicuramente qualcuna delle case e botteghe sopradette: un numero assai ragguardevole ,se si considera che attualmente in via Cavour sono presenti  77-78 negozi, molti dei quali ricavati dalle trasformazioni  di ingressi,androni di abitazioni,vale a dire dal cambio di destinazione di usi non commerciali,  pratica  favorita dalle Amministrazioni locali a partire dagli anni ‘70 del 900,in una prospettiva di valorizzazione del centro della città. Le 40 attività di inizio 800 nella via Cavour rappresentavano circa il 16 per cento delle botteghe della città entro le mura,più o meno la stessa proporzione rappresentata dagli attuali 77 negozi  rispetto ai circa 550 esercizi ubicati nel centro storico di Ravenna.
 Dunque,  la via Cavour non nasce dal nulla,non è frutto di una arida programmazione commerciale “ex novo”, ma affonda viceversa le sue radici nella storia della città :un “valore aggiunto”,si potrebbe dire che  si esprime nella qualità percepita del fare commercio nella strada: le grandi marche, i bei negozi  sono calati in edifici storici che da almeno  due secoli hanno ospitato luoghi di scambi e di servizi; non un commercio che sfrutta e usa il centro, accusa spesso mossa all’attività commerciale, ma un commercio che insieme agli edifici recupera e rivaluta una funzione che è stata propria della via nel tempo.
 E in un’ epoca in cui la ricerca di specificità, di autenticità, di naturalezza sembra rappresentare una  componente  primaria   nelle tendenze del consumo qualificato e di livello si apprezza maggiormente la  non artefatta vocazione commerciale della nostra via.  Si pensi che oggi, anche  la cosiddetta grande distribuzione,molto attenta a questo tipo di consumo, sembra concentrarsi su superfici  più piccole, su una gamma di prodotti più mirata, insomma su un consumo più a misura d’uomo,più rilassante, meno dispersivo e faticoso
Dunque” strada commerciale per tradizione”, come si è visto, che si può dire nasca  dalla sua collocazione fisica, nell’assetto urbano della città. La via Cavour infatti  rappresenta l’ingresso al centro  dalla Strada Faentina :ora sulle vie di comunicazione di Ravenna in epoca moderna tanto si è scritto e studiato, e non è quindi il caso di dilungarsi.
Molto brevemente vorrei solo ricordare come la fama di” isolamento” che ancora ai giorni nostri accompagna la città, sia ben testimoniata dalle numerose cronache di viaggio di varie epoche. Le descrizioni di viaggio sei-settecentesche da Rimini a Ravenna,riguardanti quindi l’accesso da sud raccontano di  percorsi che pur seguendo l’antica via romana, si avventuravano su terreni melmosi  in cui i cavalli “stentavano a tirar la carrozza” . Non migliore era il tragitto Forlì Ravenna trovandosi sull’argine di un fiume,con il pericolo “di traboccar dalle ripe”.Altre cronache descrivono la strada per Venezia in termini analoghi.
 L’ingresso più agevole  alla città era pertanto quello dalla via Faentina,la strada ritenuta più importante  dal punto  di vista economico e la più praticata  che rappresentava  il principale collegamento con l’interno della legazione . Prima di immettersi attraverso porta Adriana in via Cavour,attraversava un sobborgo,l’attuale borgo San Biagio, da sempre  luogo privilegiato di inurbamento dalle vicine campagne, la cui espansione, come ha notato  Paolo Fabbri, è stata superiore a quella di ogni altra periferia.
E’ interessante notare come anche il nascente turismo ottocentesco vedesse indicato,nelle piantine  poste a corredo delle guide locali della città  quale ingresso privilegiato a Ravenna quello dalla  via Faentina. Questo  almeno fino al 1863, quando l’inaugurazione del tronco ferroviario Ravenna- Castelbolognese lo spostò  alla stazione ferroviaria e alle strade limitrofe.
Certamente la nostra via non ha grandi emergenze storico architettoniche se si escludono la Chiesa di San Domenico e quel Palazzo Guiccioli che ospitò dal !819 al 1821 Lord Byron,il cui soggiorno a Ravenna contribuì non poco alla fama turistica della città in epoca romantica.
Bella la testimonianza, a seguito di un bel salto cronologico, contenuta   nella grande mappa di Ravenna     disegnata dal Savini nei primi anni del novecento, conservata nel  corridoio principale  della biblioteca Classense: ecco la nostra via che da porta Adriana congiunge il foro boario,l’attuale Piazza Baracca, alle nuove pescherie a forma di esedra,edificate nel !894.  Abbiamo visto sopra come fosse  ben dotata di esercizi commerciali lungo il suo percorso, corredata quindi di luoghi mercatali importanti alle estremità.
Fra otto e novecento  dunque la tradizione commerciale è ben strutturata negli edifici e nei luoghi della via: non conosciamo la tipologia delle attività in essa presenti,ma sappiamo esserci una varietà di botteghe che fanno della via Cavour luogo di scambi e di servizi alla popolazione.
Va  detto che i luoghi della città destinati alla passeggiata erano altri: dopo la sua costruzione come abbiamo visto,  la stazione divenne l’ingresso di prestigio alla città e la passeggiata  familiare si svolgeva nei viali di via Farini ,mentre gli uomini stazionavano in Piazza e nei caffè di via Cairoli: quando nel dopoguerra, negli anni ’50, sembrava si tornasse alla normalità lo spazio di elezione della passeggiata si spostò sulla via Diaz, strada di raccordo tra i viali e la piazza. I viali, semidistrutti dalla guerra, erano bui e privi di vetrine. La passeggiata  si consumava più felicemente  lungo il percorso  via Diaz, la Piazza,via Cairoli e i nuovi di portici di via Ricci.
E la via Cavour ? Negli anni ‘50 non può certo definirsi  via elegante ,ma  piuttosto una  carozzabile,molto trafficata,  ricca, soprattutto nella parte vicino alla porta di botteghe artigiane:  ho raccolto alcune testimonianze orali sulla tipologia di esercizi esistenti  in quegli anni. Sul tema sarebbe interessante un lavoro più accurato nell’archivio del Comune e della Camera di Commercio: mi limito a citarne alcuni, facendo  anche qualche nome : vi erano orologiai, come Gasperini, bilanciai, come Bondi,forni ,cartolerie,Briganti e Salbaroli, lattonieri, calzolai e calzolerie, ciclisti, vetrai,rivenditori di motocicli,barbieri, cappellai, venditori di vernici, e ancora rivenditori di materiale elettrico. Ricordo a titolo di curiosità il sellaio Capra venditore di finimenti per cavalli e bovini, e il maniscalco che in uno dei torrioni della porta adibiti a depositi di biciclette praticava la mascalcia  ai cavalli dei calessi, ancora usati per raggiunger la città dalle vicine campagne. Non dimentichiamo infatti che ancora a metà degli anni  50, la popolazione del comune di Ravenna era occupata al 60 per cento in agricoltura.
Altri, importanti negozi, dalla tipologia più strettamente commerciale, trovavano spazio nella parte della nostra strada vicino a San Domenico:  Montanari calzature, Caletti, Darderi e Conti,l’attività che rilevò mio padre nel 1960, la fioreria Borri, etc. Vorrei far notare come i negozi di abbigliamento in via Cavour si contassero sulle dita di una mano e come  i più eleganti fossero collocati lungo la passeggiata del dopoguerra sopraddetta ,Fabbri e Cristani in via Diaz, Bubani in Piazza del Popolo, Matteucci in via Cairoli.
Negli anni 60/70 si assiste al cambiamento: il boom economico,l’industrializzazione della città, l’aumento della popolazione richiedono nuovi spazi per le folle desiderose di passeggiare e comprare in centro .
Nel 1971 verrà operata finalmente quella che si rivelerà forse la scelta fondamentale per l’affermarsi e il consolidarsi del successo della via Cavour: la pedonalizzazione della strada. Sono passati  40 anni ma molti di noi ricordano ancora le polemiche che accompagnarono quella scelta, assai coraggiosa per i tempi. (Si pensi che  provvedimenti analoghi verranno adottati per esempio a Roma, attorno al Colosseo, solamente nel 1980) scelta osteggiata da molti operatori, ma rivelatasi vincente.
Alla tradizionale quantità e varietà di proposte commerciali,si aggiunse la possibilità per pedoni e ciclisti di “sostare, respirare,osservare e conseguentemente comprare” cito da una lettera al Carlino di gestori di esercizi commerciali di via Cavour favorevoli alla pedonalizzazione,in primis ,mio padre Renzo, che più di altri si spese  a favore di tale scelta. E’ in quegli anni la via Cavour diviene, come ai giorni nostri, la via preferita del passeggio :sono gli anni del ricambio merceologico, della trasformazione degli usi abitativi in commerciali, e successivamente, negli anni  80, della comparsa di operatori capaci e di gusto,che insieme a quelli già esistenti,contribuirono alla fama, non solo locale, della via Cavour.”

Ma il generico riconoscimento dell’importanza del commercio per il centro, e il richiamo ciclico nel dibattito ai suoi punti di forza o debolezza in un momento di crisi come l’attuale, da solo non consente di esprimere valutazioni costruttive, soprattutto sulle prospettive. Si è cercato quindi di approfondire la questione, fornendo agli utenti del gruppo qualche dato in più. Oggi  (settembre 2012) lungo i cinque percorsi scelti si collocano 323 negozi.
Va sottolineato che questo dato e quelli riportati di seguito son frutto di analisi autarchiche e particolarmente semplificate; per cui non ci si deve stupire di lacune o semplificazioni eccessive, come ad esempio aver inteso per negozi indistintamente tutte le attività commerciali che si affacciano sulla via con una o più vetrine / accessi.
Fra le attività commerciali sono state conteggiate anche quelle relative a uffici privati come banche, agenzie immobiliari, ecc, ma non gli uffici pubblici. Questi ultimi sono stati rilevati nel proseguimento dell’indagine con altri strumenti.
I negozi sono stati suddivisi in quattro semplici famiglie: abbigliamento, alimentazione, bar ristoranti o assimilabili, altre attività. A questi gruppi e a quello degli uffici se ne poi aggiunto un sesto, significativo per capire le dinamiche in corso: quello relativo ai negozi vuoti, sfitti o in corso di ristrutturazione o cambio di gestione. Dei 323 negozi indagati la maggio parte (34%) rientra nella tipologia abbigliamento, il 15% in quella dei bar-ristoranti, mentre il gruppo alimentazione pesa soltanto per il 3% e tutte le residue tipologie commerciali ( dalle gioiellerie agli articoli per la casa alle cartolerie …) per il 36%. È significativa la presenza di negozi vuoti, attestata al 5% del totale.
Spostando l’attenzione sulle singole vie che compongono i diversi percorsi, prima di addentrarci nella analisi tipologica più accurata, è molto importante evidenziare che alcune strade presentano una concentrazione commerciale (numero di attività per 100 metri di percorso), e quindi una vocazione commerciale, particolarmente alta: innanzitutto via Cavour e via Cairoli, con oltre 20 negozi per 100 metri.
Poi via Salara ( tratto verso il centro) via Diaz e via Ricci ( attorno a 15) e, a scendere, via Ponte Marino e via Rasponi ( tratto verso il centro).
Detto ciò, si riporta ,l’analisi più di dettaglio dei singoli percorsi, con le immagini, commentate, che sono state via via pubblicate nel gruppo RCS.

 2.1. Da porta Adriana a piazza del Popolo
Questo percorso è il più importante asse commerciale della città. In particolare  la via Cavour lungo la quale scorre per la maggior parte, ospita circa 80 negozi, soprattutto di abbigliamento mentre la presenza di negozi alimentari  e bar -ristoranti è molto bassa.
La forte presenza commerciale in via Cavour sembra essere frutto della pedonalizzazione e della vicinanza di importanti luoghi di attrazione turistica, ma anche di una consolidata vocazione storica, sottolineata dalla struttura stessa degli edifici che si affacciano sulla via, in cui le botteghe non appaiono come interventi forzati.
E’ interessante la presenza di corti commerciali, cresciute nel tempo, una modalità per dilatare lo spazio commerciale sulla strada.
Nel tratto iniziale del percorso, via Cavour,  la vocazione della strada è decisamente orientata all’abbigliamento. In avvicinamento a piazza del Popolo, i due rami in cui si articola il percorso si differenziano come tipologia. Il primo, via IV Novembre, presenta un più evidente orientamento all’alimentazione e alla ristorazione, in omogeneità con le altre strade circostanti il mercato coperto; il secondo , via Matteotti, è caratterizzato da negozi, sempre di profilo alto ma variamente orientati.

2.2. Dalla stazione  a Piazza del Popolo
Percorso misto, dalla stazione a via di Roma su ampi marciapiedi paralleli alla strada aperta al traffico veicolare, uno dei pochi circuiti rimasto all’interno del Centro Storico; nel tratto successivo di via Diaz pedonalizzato.
Di via Farini si è analizzato solo il lato destro, provenendo dalla stazione, assimilando il sinistro al marciapiede in fregio alla strada, e non considerando i negozi posti al di là del giardino Speyer. Complessivamente questo è un percorso storicamente importante per il commercio, come ricorda Mauro Tagiuri in un sua interessante ricognizione:
“Fra otto e novecento i luoghi della città destinati alla passeggiata erano altri: dopo la sua costruzione …, la stazione divenne l’ingresso di prestigio alla città e la passeggiata familiare si svolgeva nei viali di via Farini ,mentre gli uomini stazionavano in Piazza e nei caffè di via Cairoli. Quando nel dopoguerra, negli anni ’50, sembrava si tornasse alla normalità lo spazio di elezione della passeggiata si spostò sulla via Diaz, strada di raccordo tra i viali e la piazza. I viali, semidistrutti dalla guerra, erano bui e privi di vetrine. La passeggiata  si consumava più felicemente  lungo il percorso via Diaz, la Piazza,via Cairoli e i nuovi di portici di via Ricci”….

Nel suo complesso il percorso resta fortemente caratterizzato dal transito di persone da e verso la stazione, cui si sovrappone il flusso turistico originato dai numerosi pullman che fanno tappa in viale Farini. Ciò vale in particolare nel primo tratto del percorso, via Farini stessa, dove prevalgono i bar, di varia tipologia ( verso la stazione frequentati principalmente da stranieri). Quindi un tratto di strada non particolarmente caratterizzato da attività commerciali.

Via Diaz invece, nonostante un evidente impoverimento rispetto al passato, presenta ancora oggi una maggior densità di negozi ed è tuttora orientata allo shopping: abbigliamento ma anche altro. Va segnalata la forte concentrazione di librerie, accentuata dal recente trasferimento della Feltrinelli. Concentrazione probabilmente casuale ma comunque singolare.
Lungo tutto il percorso sono pochi negozi sono vuoti.

2.3. Da Porta Sisi a Piazza del Popolo
Il tratto maggiore del percorso si sviluppa su via Mazzini, asse di collegamento fra il popoloso Borgo San Rocco e il centro città caratterizzato da numerosi palazzi storici. Il percorso incrocia o lambisce diverse zone monumentali ed ha acquisito una significativa importanza commerciale a partire dalla pedonalizzazione e ripavimentazione della strada.
Questo percorso, completamente su strade pedonalizzate,  si snoda da via Mazzini a via Cairoli, e presenta caratteristiche molto varie e specifiche, con una forte prevalenza di attività commerciali diverse  rispetto  all’abbigliamento, che incide solo per il 24%
Via Cairoli e C. Ricci presentano un forte orientamento commerciale, in via Mazzini i negozi hanno una frequenza bassa nel tratto a ridosso della Porta, più alta verso il centro. Anche la tipologia è differenziata: via Cairoli è assimilabile a via Cavour, per l’alta percentuale di negozi di abbigliamento.
La zona attorno a piazza Caduti è maggiormente caratterizzata da spazi di incontro, bar e, in misura più contenuta, ristoranti.
Complessivamente è scarsa la presenza di negozi alimentari, episodicamente presenti solo in via Mazzini.

2.4. Attorno al Mercato Coperto
Il Mercato Coperto rappresenta uno dei temi “critici” più discusso negli ultimi tempi all’interno del gruppo RCS. Una discussione interessante di cui si riporta una sintesi e al termine di questa indagine. In parallelo e a corredo della discussione sul Mercato Coperto, si è ritenuto utile approfondire ciò che sta accadendo, dal punto di vista commerciale, attorno al mercato stesso e in particolare lungo il circuito di strade che lo lambiscono, partendo e ritornando in via Cavour.
Il percorso, dei 5 analizzati, è l’unico che non si sviluppa dalla cinta muraria a piazza del Popolo.
E’ costituito dalle principali vie che attorniano il mercato coperto, cui è stato aggiunto un tratto di via Salara per costituire una sorta di anello che parte e torna in via Cavour. E’ caratterizzato, nelle vie adiacenti al mercato, da locali di ritrovo e negozi alimentari, un fenomeno tutt’ora in divenire e chiaramente legato ail’evoluzione del mercato coperto.
Via Salara ha invece caratteristiche più simili a via Cavour.
Elevata è la percentuale di locali vuoti. Fra questi spicca il cinema Mariani, da anni chiuso al pubblico e oggetto di una discussione sul suo futuro. Alcuni locali vuoti sono in corso di ristrutturazione.
Tutto ciò configura uno scenario di prospettiva molto indefinito. Scenario ancora più variabile se lo si considera in rapporto all’impatto che le nuove caratteristiche del mercato avranno sul comparto. La dinaminicità della situazione comporta evidentemente rischi ed opportunità legate alle scelte dei diversi operatori interessati, individuali e collettive.
La discussione è calda e contrastata:"Grande è il disordine sotto il cielo, la situazione è eccellente" direbbe il vecchio Mao.

2.5. Da via Porta Aurea a piazza del Popolo
Ultimo fra i cinque percorsi analizzati, è quello con la presenza commerciale più rarefatta, soprattutto nel tratto iniziale dove i negozi sono addirittura inesistenti.
Un percorso radiale, da porta a piazza, scelto per le prospettive di sviluppo più che per la situazione attuale.
È un percorso misto, pedonalizzato solo nel tratto terminale ( via Rasponi e piazza dell’Aquila). Il percorso attraversa due piazze importanti e di grande dimensione, piazza, Duomo e piazza Kennedy. Quest’ultima al centro del dibattito urbanistico attuale per il progetto di trasformazione in corso di attuazione da parte dell’Amministrazione Comunale.

Ma sul percorso insistono anche altri importanti comparti oggetto di dibattito acceso per i progetti di trasformazione che li riguardano, a partire dalla caserma Alighieri. Dunque è questo l’elemento di maggior interesse legato a questo percorso.

Concentrando l’analisi sugli aspetti legati al commercio, il primo elemento che emerge è la quasi totale assenza di negozi di abbigliamento.
Altro elemento importante è la consistente presenza di locali, bar e ristoranti. Ne colpisce in particolare la forte presenza in piazza Kennedy, anche se i quattro locali che vi si affacciano, sembra quasi che ne prendano le distanze: uno nascosto in una galleria, un secondo dietro un angolo fra due strade che convergono nella piazza, un terzo protetto da vari scalini, il quarto infine  bloccato dal traffico della strada che lambisce la piazza.
L’ampio spazio di piazza kennedy, oggi, col suo parcheggio, non sembra essere una opportunità per questi locali.
Altro elemento da rilevare a proposito della piazza, è che vi insistono pochi altri negozi, mentre è significativa la presenza di banche e agenzie. Dunque, dal punto di vista commerciale, non sembra sussistano significative possibilità di sviluppo, salvo prevedere postazioni interne alla piazza: un ritorno al passato, anche recente, in cui è stata sede del mercato bisettimanale, come qualcuno ogni tanto, con poco seguito, propone.
Nel tratto di percorso più lontano da piazza del Popolo, la presenza di negozi è attualmente molto rarefatta, ma l’attrattività sembra essere significativa per l’elevata qualità e specializzazione.


Nessun commento:

Posta un commento